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Albano, ancora un no all’inceneritore dai sindaci di bacino

Lo scorso due agosto i sindaci dei Castelli Romani si sono nuovamente riuniti per dire NO alla costruzione dell'inceneritore di Albano e chiedono alla Regione Lazio di riaprire le trattative per la modifica del piano rifiuti

I sindaci dei Castelli Romani che conferiscono i loro rifiuti nella discarica di Roncigliano, dove dovrebbe sorgere il quarto termovalorizzatore del Lazio, sono tornati a riunirsi lo scorso 2 agosto a Palazzo Savelli, ad Albano. Un incontro voluto per ribadire un principio di condivisione e di strategia comune per dire ancora una volta, e con decisione, un "no" alla costruzione dell'inceneritore di Albano. Presenti i rappresentati, o i sindaci stessi, di tutti i dieci comuni (Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Nemi, Lanuvio, Ardea, Pomezia, Rocca di Papa e Marino) che hanno discusso per due ore su di un documento comune che possa far riaprire il tavolo di trattative con la Regione Lazio.

Un metodo di lavoro e di impostazione verso lo scottante tema dell'inceneritore totalmente rinnovato rispetto al passato come ha affermato il primo cittadino albanense NIcola Marini: "La strategia di intervento è totalmente cambiata rispetto al passato perché questa amministrazione è fermamente contraria alla costruzione dell'inceneritore e lo sta dimostrando con i fatti. È la seconda riunione dei sindaci di bacino che convochiamo e siamo riusciti ad adottare una linea comune di intervento. Oltretutto siamo in costante contatto con i comitati cittadini che in prima persona si fanno carico del problema e che da anni lottano contro questo impianto. Il comune li sta affiancando con un'azione ad adiuvandum nella importante battaglia legale pendente al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Il modo di operare è cambiato."

I sindaci prospettano un nuovo obiettivo nella gestione dei rifiuti: riaprire il tavolo delle trattative con la Regione Lazio proponendo la modifica del piano rifiuti, perché le condizioni in tre anni sono totalmente cambiate. In particolare quasi tutte le amministrazioni sono partite con la raccolta differenziata e quelle che non l'hanno ancora fatto lo faranno a breve. Questo vuol dire che i Castelli Romani non saranno in grado di produrre abbastanza combustibile per far funzionare l'impianto e il Cdr dovrà arrivare da altri territori necessariamente.

L'avvio della raccolta differenziata è infatti il maggiore deterrente, nelle parole dell'assessore all'ambiente di Albano, Claudio Fiorani, per affermare la contrarietà alla gestione dei rifiuti tramite incenerimento: "Abbiamo sempre pensato che l'avvio della raccolta differenziata potesse essere utile a ribadire il no all'inceneritore ed è per questo che dopo anni di completo immobilismo a riguardo, in autunno saremo pronti a partire con il porta a porta. Ed è proprio da questo punto che parte il documento sottoscritto dai sindaci: sono cambiate le condizioni, quindi abbiamo l'esigenza di un nuovo incontro. Da quando siamo alla guida di questa amministrazione ogni problema è stato affrontato partendo dal dialogo, dialogo con i cittadini, dialogo con i sindaci di bacino, dialogo con le associazioni contrarie all'inceneritore. Ci sembra ovvio fare un ultimo tentativo con Regione e imprenditori, altrimenti il nostro appoggio sarà totale e di sostegno attivo affinché la popolazione non si presenti da sola alla prossima udienza al Tar del Lazio fissata per il 20 ottobre prossimo".

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