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Daniele Castri:"Troppe forzature politiche sulla scelta dell'impianto di Albano"

In occasione del corteo contro l'inceneritore di Albano del 23 ottobre abbiamo intervistato Daniele Castri rappresentate legale del comitato cittadino NO INC che ci ha illustrato i punti del ricorso al Tar e ha commentato i recenti sviluppi politici

In occasione del corteo contro l'inceneritore di Albano del 23 ottobre abbiamo intervistato Daniele Castri rappresentate legale del comitato cittadino NO INC che ci ha illustrato i punti del ricorso al Tar e ha commentato i recenti sviluppi politici e istituzionali che hanno portato ad un appoggio alle rivendicazioni dei cittadini

Il 27 ottobre prossimo il TAR si pronuncerà sul merito dei ricorsi presentati dal Comitato NO INC. Quali sono nel dettaglio le questioni sollevate al tribunale amministrativo?

Nei ricorsi al Tar ci concentriamo sui punti che toccano la localizzazione dell'impianto ad Albano, una scelta avvenuta nel 2007. L'amministratore unico di Pontina Ambiente Rando che gestisce le discariche di Roncigliano e Malagrotta inviò nel luglio di quell'anno una diffida ai sindaci di bacino in cui si chiariva che il sesto invaso della discarica riempita di CDR si sarebbe presto esaurito e si necessitava una soluzione. A distanza di tre anni la discarica è ancora in uso e anche l'invaso utilizzato è lo stesso di cui si parla nella diffida, ma quella diffida smosse il mondo politico inducendo il commissario straordinario per i rifiuti Marrazzo a convocare un tavolo politico sulla paventata crisi del CDR.

Nel dicembre nello stesso anno il Consorzio Coema depositò un progetto di inceneritore localizzato ad Albano e pochi giorni dopo venne firmato da Marrazzo il decreto di pubblica utilità per il progetto senza indire nessuna gara di appalto. Non si è guardato alle necessità tecniche, ma alle sole opportunità politiche. Ci chiediamo come mai nel luglio del 2007 veniva paventata un'emergenza volumetrica del sesto invaso di Roncigliano e al momento viene, invece, tranquillamente utilizzato?

Gli altri aspetti critici sono l'assenza di una gara di appalto per l'assegnazione del progetto nonostante il decreto di pubblica utilità, l'utilizzo del CIPS 6 per la costruzione dell'inceneritore che dovrebbero per legge essere utilizzati per fonti di energia ecosostenibili. La prima valutazione di impatto ambientale bocciava l'impianto basandosi su allarmanti dati epidemiologici per Albano, su una qualità dell'acqua scadente in deroga da 6 anni. La seconda valutazione ambientale approva il progetto, ma al contempo si situa la figura di Mario Di Carlo, ex assessore regionale ai rifiuti, che a Report dichiara che per Albano "ci aveva pensato lui". A dimostrazione questo di forzature politico istituzionali che costi quel che costi di situare l'impianto ad Albano.

I nostri tre ricorsi al Tar si sintetizzano in una sola richiesta: la nomina di una commissione tecnica straordinaria che sia in grado con tecnici super partes di valutare il progetto e se le obiezioni da noi posti abbiamo veramente un fondamento scientifico, come riteniamo.

L'amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, ha dichiarato di essere pronto con la sua azienda alla costruzione dell'inceneritore dopo i ricorsi al TAR. Come commenta questa affermazione?

Se il Tar dovesse accogliere la nostra richiesta di nominare una commissione straordinaria tecnica sono necessarie almeno due mesi di studio, sono dati complessi da studiare con fascicoli di oltre duemila pagine in particolare sugli aspetti del raffreddamento. L'amministratore delegato dell'Ama non sa di cosa sta parlando, senza valutare gli aspetti burocratici per indire una nuova gara di appalto che serve a stabilire se un progetto è valido ed efficiente a priori e non a posteriori. Le gare di appalto non si possono fare come e quando si vuole e l'assenza di una gara di appalto è proprio uno dei punti su cui si basa il ricorso, è un paradosso di legalità la dichiarazione del l'amministratore AMA.

Domani, sabato 23, ci sarà il corteo da Albano a Genzano per dire No all'inceneritore che riflessione si può fare su questa manifestazione?

Il corteo rappresenta un punto di arrivo per il movimento che dice No all'inceneritore perché sulla presentazione dei ricorsi al Tar si sono aggiunti un aiuto politico e istituzionale: i sindaci del bacino che conferiscono i rifiuti a Roncigliano hanno firmato una richiesta di sospensiva dell'Aia e tutti i comuni stanno appoggiando ad adiuvandum i nostri ricorsi al Tar proposte dalle associazioni al Tar. Non c'è solo una spinta della società civile, ma anche un appoggio politico e istituzionale.

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