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Rocca Priora: dopo 7 mesi la discarica abusiva di via Tasso è ancora lì

La denuncia da parte del Comitato per la tutela del territorio dei Castelli Romani che dopo 7 mesi dalla prima segnalazione torna sul luogo della discarica dove nulla è stato fatto per la bonifica

Lo scorso marzo il Comitato per la difesa del territorio dei Castelli Romani aveva denunciato con tanto di foto la presenza di una discarica di pneumatici nei boschi di Rocca Priora lungo via Tasso. A distanza di 7 mesi un nuovo sopralluogo nell'area ha messo in luce che nulla è stato fatto per la bonifica anzi la distesa dei rifiuti sembra essere peggiorata: "La situazione - commentano dal comitato -  a 7 mesi di distanza, resta inalterata, o meglio peggiorata dalla vegetazione sempre più fitta e incolta che ricopre, come a voler stendere un velo pietoso, i rifiuti di ogni genere lasciati in giacenza dall'inciviltà dei cittadini e dall'incuria degli amministratori. Abbiamo ritrovato non solo tutti i pneumatici di marzo, gli inerti e i sanitari, ma anche fitti strati di guaina bituminosa, mobili e suppellettili, rifiuti domestici e scarti industriali".

Inoltre il Comitato ha rinvenuto a terra cumuli di rifiuti plastici ed edili smaltiti tramite incenerimento, una pratica illegale e nociva perché produce diossina. L'inerzia nella bonifica delle discariche abusive sembra essere una costante del terittorio, in quanto per la bonifica di una discarica abusiva di amianto a Colle di Fuori c'è voluto oltre un anno di attesa.

"Occorre sempre sottolineare che le discariche abusive esistono e persistono non per autogenerazione - riflettono i componenti del Comitato - ma soprattutto a causa della mancanza di educazione al rispetto ed alla tutela dell'ambiente e del territorio, cui il gesto di inciviltà con il quale questi fenomeni si affermano, è una diretta conseguenza. Un'amministrazione attenta e sensibile, così come una politica lungimirante, dovrebbe insegnare e diffondere valori fondamentali quali quelli del rispetto della natura e del pianeta, ricominciando dall'unica speranza che ancora abbiamo per cambiare, o per lo meno fermare, questo stato di cose: i bambini".

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