"Rocca di Papa è un comune del malaffare", la denuncia del vicesindaco Giannone
In un video su Facebook l'ex vicesindaca di Rocca di Papa Veronica Giannone denuncia le pressioni e le intimidazioni subite nel suo ruolo di assessore all'urbanistica, in un giro tra politica e affari
E' un fiume in piena l'ex vicesindaca di Rocca di Papa Veronica Giannone che in un video su Facebook ha voluto raccontare la sua esperienza da assessore all'urbanistica del comune dei Castelli Romani e la serie di pressioni politiche e personali che hanno portato alla fine della sua esperienza amministrativa.
Lei alla sua prima esperienza politica non ha dubbi: "Il Comune di Rocca di Papa è dilaniato dal malaffare, un sistema annoso e assuefatto alimentato da una casta consolidata non scalfita neanche dal cambio di amministrazione comunale", parole pesanti quelle dell'ex vicesindaca.
"Fin dall'inizio ho voluto un ufficio urbanistica aperto e trasparente dove ho trovato, invece, un settore logoro, schiacciato dagli interessi privati anche dei politici a discapito dell'interesse comune. Nel mio lavoro di assessore all'urbanistica - continua la Giannone - ho trovato il piano di recupero di Giardino degli ulivi con centinaia di migliaia di euro di opere di urbanizzazione mai realizzate, cubature di opere pubbliche convertite con troppa felicità a edilizia privata, la zona di Calcare con la più grande speculazione edilizia dove i politici facevano sia da progettisti, che da costruttori, 189 condanne di abuso edilizio per altrettante famiglie di Rocca di Papa, una questione antenne per cui mi sono battuta per la rimozione dal Durc quando invece si rassicurava Mediaset sulla non demolizione e ancora il piano regolatore firmato Boccia-Sciamplicotti che disegnava una città senza anima".
"Sono stata lasciata sola nella denuncia di questo sistema consolidato di giochi di potere e affari, sono stata sottoposta a minacce fuori e dentro il consiglio comunale, era necessario rimuovere chi portava legalità nel settore dell'urbanistica, è stato creato il vuoto politico intorno a me".
La risposta dei consiglieri di maggioranza
Non si è fatta attendere la reazione della maggioranza che sostiene il sindaco Emanuele Crestini che ha reagito alle accuse della ex vicesindaca: "Siamo rimasti increduli di fronte alle accuse fatte dall’ex assessore all’urbanistica Veronica Giannone contro l’amministrazione comunale (affidate a un video sui social network). L’ex assessore disegna una mappa della corruzione e del malaffare che caratterizzerebbe Rocca di Papa, con un “intreccio affaristico” che parte da anni passati e sarebbe ancora in corso. Abbiamo dovuto apprendere, inoltre, che i consiglieri e gli assessori attuali sarebbero totalmente consapevoli e complici, altri ignoranti per scelta di questo stato di cose. È difficile in poche battute ribattere punto per punto alla valanga di accuse, gratuite e infamanti, che ci sono state riversate contro".
Il sindaco Crestini: "La Giannone faccia i nomi"
"L’ex assessore parla molto, ma per provare le sue accuse non cita un solo elemento, una data, una circostanza, un nome, un atto, un documento, un incontro… Nulla. Chi accusa, nella disgregazione sociale che viviamo, ha quasi sempre ragione. È facile sparare nel mucchio, più difficile portare una prova - attacca il primo cittadino - Io la invito a fare chiarezza, a fare i nomi e a tutelare le persone che non c’entrano nulla".
"Naturalmente siamo in democrazia e tutti hanno diritto al loro punto di vista. Parlando davanti al telefono cellulare a casa sua, Giannone definisce queste accuse 'la sua verità'. Peccato che 'la sua verità' arrivi dopo che è stata sollevata dall’incarico di assessore e vicesindaco; dopo che ha disertato un consiglio comunale che era stato indetto appositamente perché facesse chiarezza su queste vicende, sulle presunte minacce e pressioni che avrebbe ricevuto. Invece la signora Giannone non si è presentata. Ha rifiutato il confronto in consiglio comunale, che – ricordo – è il luogo deputato alla discussione democratica. I cittadini avrebbero potuto apprendere così, direttamente, il contenuto delle sue denunce. Ma forse qualche consigliere avrebbe potuto fare qualche domanda, confutare qualche ipotesi. Questo non lo so, ma Giannone ha preferito, scegliere altre modalità, evitando così ogni forma di contraddittorio e soprattutto, evitando ancora una volta di fare nomi e cognomi dei presunti mafiosi di questa città, mettendo tutti in un unico calderone. Non basta gridare al vento che c’è la mafia, occorre anche indicare quali sono i mafiosi, per consentire alle autorità di allontanarli dal sistema civile di questa città".