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Roberto Di Felice: "Per Ariccia sarò il sindaco della trasparenza e della buona politica"

Cinque anni fa Roberto Di Felice ha sfiorato l'elezione a sindaco per pochi voti di differenza con il vincitore Emilio Cianfanelli. Consigliere di opposizion è sostenuto nella sua corsa a sindaco da sette liste civiche

Cinque anni fa Roberto Di Felice ha sfiorato l'elezione a sindaco per pochi voti di differenza con il vincitore Emilio Cianfanelli. Consigliere di opposizion è sostenuto nella sua corsa a sindaco da sette liste civiche (Patto sociale per Ariccia, Uniti per cambiare, Un'altra Ariccia, Lista civica Ariccina indipendente, Alternativa democratica, Ariccia Popolare, Ariccia nel cuore).

Roberto, lei cinque anni fa ha sfiorato l'elezione a sindaco. Come affronta questa nuova campagna elettorale dopo cinque anni di opposizione?

Come ho sempre fatto. Con lealtà, con coraggio e senza temere nessuno, con attenta disamina dei problemi che mi trovo ad affrontare, prospettando soluzioni credibili e condivise. 

Sicuramente lei è stato il consigliere di opposizione più ostico per l'amministrazione uscente (prima i ricorsi elettorali e poi un duro confronto che ha portato alla fine anticipata seppur di pochi mesi della consiliatura). Cosa contesta all'amministrazione Cianfanelli?

È veramente arduo dire che cosa non possa essere contestato al sindaco sfiduciato o abbandonato da oltre la metà dei consiglieri comunali che lo sostenevano. Nello specifico, gli contesto di aver sprofondato Ariccia in un degrado socio-economico avvertito ovunque e, stante la sua più che trentennale permanenza sulla poltrona del potere, la convinzione di essere diventato il padrone di Ariccia e l’ignorare che è semplicemente un amministratore pubblico, che, in quanto tale, è chiamato a  servire gli amministrati e ad ascoltare le giuste istanze dei cittadini. 

 La sua coalizione è formata da una serie di liste civiche, un segnale della sfiducia nei partiti tradizionali. Si sente di poter inserirsi come un candidato dell'antipolitica?

Il sostantivo “antipolitica” è un’invenzione di quei pessimi politici che, da balbuzienti mentali, sono incapaci di fronteggiare le argomentazioni degli avversari. Tanto è vuoto questo sostantivo che il miglior dizionario di politica (quello di Bobbio, Matteucci e Pasquino) non lo contempla affatto. Siccome oggi per attività politica deve intendersi, come correttamente afferma Bobbio, «l’attività o l’insieme di attività che hanno in qualche modo come termine di riferimento la polis», cioè la città o lo Stato, è più appropriato chiedersi se in Italia si faccia buona o cattiva politica. Come dimostrano i sondaggi, gli italiani avvertono i partiti come scatole vuote. È da domandarsi se sia una buona o cattiva politica quella portata avanti da Renzi in alleanza con Verdini e con le frattaglie dei cuffariani e dei cosentiniani. La buona politica è quella che nasce dalla base, cioè dai cittadini, e non da marce e inspiegabili alchimie partorite da politici in apparenza antitetici, come quelli appena nominati, in palazzi lontani dal popolo.      

Se dovesse indicare tre punti principali del suo programma elettorale, quali indicherebbe?

I progetti delineati per realizzare un’amministrazione comunale trasparente, più semplice e vicina realmente ai cittadini, soprattutto quelli che soffrono per disagi sociali ed economici; i progetti per una tutela a tutto tondo dei beni e valori ambientali e culturali; i progetti per una pianificazione urbanistica, attesa da quarant’anni, rigorosa, senza ulteriore consumo del territorio (Ariccia – dati dell’ISPRA - ha un consumo territoriale che supera il 20% mentre la media nazionale è inferiore al 7%!) e non elaborata per favorire amici e i progetti per un’attenta manutenzione della rete viaria e del verde pubblico.  

Cinque anni fa la campagna elettorale ad Ariccia fu molto dura e aspra; cosa si aspetta da queste ultime settimane di campagna elettorale e dai suoi avversari?

Che cosa dovrei aspettarmi da quegli avversari (non tutti per la verità) che usarono allora e continuano a usare oggi lo strumento della diffamazione per coprire i propri fallimenti politici e le proprie incapacità? Spero, per Ariccia tutta, che questa volta quei professionisti della diffamazione assumano un atteggiamento non deprecabile e indossino la veste dell’avversario leale. Avverrà? 

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