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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Grottaferrata: scomparso Padre Emiliano, già Archimandrita di San Nilo

Il religioso è stato l’ultimo archimandrita del monastero: dal 2000 al 2013. L’intera città ha partecipato commossa al lutto dei monaci dell'Abbazia di San Nilo

La comunità religiosa di Grottaferrata ha dato l'ultimo saluto a Padre Emiliano Fabbricatore, archimandrita emerito dell’Abbazia di San Nilo. Padre Emiliano era nato a Santa Sofia d’Epiro, in provincia di Cosenza, il 12 agosto 1938. Fu ordinato sacerdote il 13 agosto 1967 nell’Ordine basiliano italiano di Grottaferrata. Nel 2000 divenne archimandrita del monastero di Santa Maria di Grottaferrata, incarico da cui si è dimesso nel novembre 2013 per raggiunti limiti di età, assumendo il titolo di egumeno emerito.

“Con Padre Emiliano se ne va un pezzo di storia vivente, probabilmente l’ultimo testimone vivo del legame stretto tra Grottaferrata, dove San Nilo riposa, e le terre di Calabria dove il patrono e fondatore della nostra città era nato oltre mille anni fa. Sono addolorato e profondamente commosso”, sono le parole che il sindaco di Grottaferrata Luciano Andreotti ha usato per ricordare il religioso scomparso.

“Condivido la tristezza e la mestizia di tutti i grottaferratesi – ha proseguito il sindaco che ha preso parte alle esequie -  che grazie all’operato di Padre Emiliano, ultimo archimandrita, hanno - abbiamo - avuto la fortuna di varcare le soglie del nuovo millennio mantenendo intatto il mistero antico proprio del rito greco, caratteristica vitale della nostra Abbazia millenaria”.

“Ricordo l’impegno e la presenza umile e solenne al tempo stesso di Padre Emiliano – aggiunge Andreotti -  nelle memorabili celebrazioni per il Millenario, nel 2004, esercitando in pieno un fondamentale ruolo di moderazione e di mediazione nella complessa organizzazione dell’evento. Come pure il fascino che la sua autorevolezza, severa e dolce, distinta e al tempo stesso intimamente dentro la storia e la coscienza di Grottaferrata, ha saputo donare all’abbazia costantemente a confronto coi non facili passaggi imposti dalla modernità. In tal senso, proprio in occasione del Millenario dell’Abbazia, Padre Emiliano aveva fortemente voluto che le celebrazioni fossero caratterizzate da una decisa spinta verso l’ecumenismo. In particolare per un  fraterno riavvicinamento della Chiesa romana con le chiese ortodosse orientali. Questo indirizzo religioso e culturale  era stato sintetizzato nella pregevole formula di una Grottaferrata intesa come Porta d’Oriente.

Il sindaco Andreotti confida che l'Abbazia di San Nilo mantenga le sue caratteristiche religiose che l'hanno resa un luogo di culto particolare nel Lazio e in Italia:“Con la sua scomparsa, avvenuta nel giorno dell’Epifania 2019, viene ferita la comunità monastica di San Nilo, già molto ridotta numericamente. Viene nel contempo colpita anche la nostra città che perde uno dei suoi cittadini più illustri, lasciandoci ancor più confusi e preoccupati nel nostro vivo desiderio affinché vengano salvaguardate anche in futuro e per quanto possibile le caratteristiche storiche e culturali di quell’Abbazia greca di cui il Comune di Grottaferrata si vanta di essere figlio”.    

“Un luogo – conclude il primo cittadino -  che durante l’archimandritato di Padre Emiliano è rimasto coerentemente e misticamente sospeso, come una sorta di perno posto a mezz’aria tra terra e cielo, tra la vita di Grottaferrata e le complessità storico-religiose dell’oriente d’Europa e della Chiesa che a Grottaferrata, grazie a San Nilo, all’afflato della lingua greca e del dialetto grico di tante popolazioni del mezzogiorno italiano, si è continuato a respirare. Faremo in modo, anche in memoria di Padre Emiliano, di continuare il suo lavoro rigoroso tra spiritualità e storia con i tanti momenti che continueranno a tenere strettamente legati il culto di San Nilo, la nostra città, l’abbazia e la sua vitale funzione connettiva tra tutti i luoghi nei quali ha operato ed è passato il santo patrono della nostra città, ad oggi in fase di convinto avvicinamento tra di essi, un processo che vede protagonisti in egual misura amministratori, cittadini, monaci in quello per cui stiamo lavorando sia riconosciuto al più presto come il percorso niliano dal punto di vista storico, culturale e non da ultimo religioso come cammino per i pellegrini”.  

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