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Marino Marino / Via Carlo Colizza

Marino: distrutti nella notte gli appartamenti che dovevano ospitare i migranti

Tensione accesa a Marino dove nella notte ignoti hanno danneggiato gli appartamenti di via Carlo Colizza. Il vicesindaco De Santis scrive a Gabrielli: "Blocchi gli arrivi in città dei 78 rifugiati. Le due palazzine in zona 167 Paolina sono risultate non idonee"

Sale la tensione a Marino in località Paolina dove dovrebbero alloggiare 78 richiedenti asilo. Nella notte ignoti hanno devastato gli appartamenti che dovevano ospitare i migranti. Sono stati distrutti i mobili e infranti i vetri delle finestre.

Gianmarco, un residente, della zona Paolina che vive con la sua famiglia in una delle palazzine che dovrebbero ospitare i profughi, interpellato dal nostro giornale si è fatto portavoce dei timori: "In queste palazzine già vivono 12 famiglie con bambini e donne incinte ed è previsto l'arrivo di 78 uomini. Lei non avrebbe paura a lasciare moglie e figli soli in un palazzo dove ci sono persone che non si conoscono?"

"E' previsto che in appartamenti di 40 metri quadrati con un solo bagno vengano ad alloggiare 9 persone, sono case non idonee. Poi si creerebbe nell'androne del palazzo una mensa comune. Qui ci sono appartamenti e famiglie e non un centro di accoglienza - continua il residente - Questi appartamenti sono stati costruiti su aree 167 come inquilini abbiamo dei vincoli e se dovessimo avere problemi di convivenza non possiamo andare via vendere o affittare le nostre case per cinque anni".

"Dalla ditta costruttrice sapevamo che dovevano arrivare 4 o 5 nuclei di famiglie non tutti giovani trai 21 e i 27 anni, di cui una parte trasferiti da Ciampino dove hanno creato disagi. Noi siamo per l'accoglienza, ma che sia un'accoglienza giusta", conclude il residente della zona Paolina.

Intanto il vice sindaco di Marino Fabrizio De Santis ha mandato una missiva  al Prefetto Gabrielli per chiedere di bloccare l'arrivo dei migranti in cui si palesano tutte le ragioni per le quali le due palazzine rese disponibili dalla cooperativa RTI Tre Fontane  - Senis Hospes, affittuaria degli immobili di proprietà della Flavia Costruzioni, non risultano idonee ad ospitare i rifugiati.
Anzitutto perché  - si legge nella missiva – quegli immobili sono stati costruiti in “convenzione per la concessione di aree di piano di zona 167 in diritto di superficie” (atto notaio Minniti di Roma del 4.7.2007, registrata il 24.7.2007 e trascritta il 25.7.2007) e ogni diversa destinazione determinerebbe l’inevitabile decadenza dal diritto di superficie (L. 167/1962 e artt. 8 e 12 della convenzione)”

“Infatti, le tipologie di abitazione in questione – va avanti la lettera - sono riservate esclusivamente ai soggetti che hanno titolo, poiché in possesso dei requisiti di cui all’art. 16 L. R. 12/1999 e art. 8 della convenzione”.

Per di più, aggiunge il vicesindaco “trattandosi di una struttura a destinazione residenziale e non alberghiera o ricettiva non sembra possibile ipotizzare la prestazione, a beneficio degli ospiti, dei servizi” richiesti nel bando che specifica come ““l’ente gestore ha l’obbligo di avvalersi di strutture munite di destinazione urbanistica compatibile con il servizio. Pertanto l’aggiudicazione nel caso in questione – chiude la missiva del vicesindaco De Santis -  è palesemente illegittima”.
 

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