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Velletri: lo scontro tra il PD e i suoi dissidenti finisce sul penale

Si è tenuta ieri la conferenza stampa dei due ex consiglieri del PD, Fabio Taddei e Vincenzo Bagaglini sui risvolti penali dello scontro il loro ex partito

Sembra una saga politica infinita quella che da ormai due anni coinvolge il Partito Democratico di Velletri e i suoi due ex consiglieri comunali Fabio Taddei e Vincenzo Bagaglini, nonostante ci siano state di mezzo delle nuove elezioni comunali e un nuovo corso amministrativo.

Nel 2012 i due consiglieri comunali furono espulsi dal loro partito per una tenuta non corretta nel loro ruolo istituzionali e per il loro scontro sia con la dirigenza del Partito Democratico che con il sindaco Fausto Servadio.

Ora lo scontro politico esce fuori dagli organismi di partiti e dai provvedimenti disciplinari e assume dei profili di carattere penale: a seguito dei risvolti giudiziari della vicenda il segretario del PD di Velletri Luca Masi, attuale assessore all'ambiente, è stato condannato dal tribunale di Velletri per il reato di falso.

I giudici della sezione penale del tribunale di Velletri hanno ritenuto le firme false nel documento inviato alla Commissione di Garanzia Provinciale del Partito Democratico che doveva valutare l'espulsione dei due consiglieri dal partito erano false.

Secondo il decreto penale di condanna dal segretario pro-tempore del PD veliterno è stato condannato per violazione dell'articolo 485 del Codice Penale a pagare 22.500 di multa.

"Oggi finalmente abbiamo un atto di giustizia che ci restituisce dignità" dichiarano alla stampa i due ex piddini, attaccando l'operato politico del Partito Democratico.

"Dopo questi fatti, noi ci chiediamo: “il sig. Masi, ha agito da segretario di tutto il PD di Velletri, oppure da referente politico solo di alcuni?”, lanciano l'accusa.

L'assessore Luca Masi spiega di aver immediatamente presentato opposizione alla proposta di decreto penale che nell'ordinamento penale italiano costituisce una mera proposta, priva di efficacia accertativa alcuna, che lo Stato avanza nei confronti dei denunciati per verificare se questi, ritenendosi colpevole abbia interesse a ottenere un trattamento sanzionatorio di favore evitando al sistema Giustizia l’incombenza di procedere a un processo ordinario. Ora tutto torna nelle sedi dei tribunali.

"Per completezza dell’informazione è bene ricordare che i fatti che mi sono addebitati riguardano l’apposizione di una sola presunta firma apocrifa su un documento di petizione che ne conteneva diverse decine da me inviato, in qualità di segretario politico, alla Commissione disciplinare nel gennaio del 2012", spiega l'assessore veliterno.

"In fiduciosa attesa di chiarire nelle sedi di Giustizia l’infondatezza della pretestuosa denuncia di falso  sporta dal Taddei e dal Bagaglini, sul piano più strettamente politico ritengo opportuno ricordare che il mio operato di segretario si è svolto sempre con il pieno sostegno del partito. Nello specifico la decisione di allontanare Taddei e Bagaglini è sempre stata sostenuta dal gruppo dirigente che con me ha condiviso ogni decisione", conclude il segretario del PD nella sua nota di stampa.

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