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Velletri, l'assessore Andreozzi: "L'assemblea dell'Ato 2 una vera beffa"

Dopo l'assemblea dell'Ato 2 che ha votato l'aumento delle bollette idriche con il solo consenso di Roma Capitale, parla Sergio Andreozzi, l'assessore ai beni comuni di Velletri, il comune noto per avere l'acqua all'arsenico

Non si placano le polemiche e i commenti dopo l'Assemblea dei sindaci dell'Ato 2 che ha visto con lo strapotere di Roma Capitale votare l'aumento delle tariffe idriche della bolletta dell'acqua senza il consenso degli altri sindaci che hanno abbandonato l'incontro.

Sulla vicenda è intervenuto Sergio Andreozzi, l'assessore ai Beni Comuni del Comune di Velletri, la città travolta lo scorso anno dal caso dell'acqua all'arsenico di cui si sono occupati anche i media nazionali. La riunione sembrava avere un clima distensivo e di confronto, ma non appena i punti all'ordine del giorno hanno iniziato a trattare lo scottante tema delle tariffe la situazione è cambiata, come racconta l'assessore sul suo profilo facebook.

"Segni di insofferenza e di diversità di vedute con Roma Capitale si sono avuti a riunione ristretta e precisamente a partire dalle ore 14.10, quando dei 62 sindaci presenti ne rimangono solo 12 anche se mancavano ancora 6 delibere tra le quali l'aumento della tariffa, gli investimenti ed i bilanci di Acea. Così il Comune di Roma, inizia a far valere il suo peso sul resto dei comuni della Provincia".

Il primo punto su cui Roma Capitale forza la male è il pagamento delle fontanelle, ogni comune dovrà pagare 365 euro a fontanella se vuole vedere sgorgare l'acqua, non è passata la proposta ben più economica avanzata dalla Provincia di Roma: "La STO propone 365 euro a punto acqua pubblico; qualche Sindaco vorrebbe la gratuità; la Provincia propone pagamento a consumo con contatore gratuito altri propongono 100 euro a fontanella con l'obbligo di istallare rubinetti pena pagamenti di maggiore portata rispetto ai 365 prospettati. Il voto favorevole della maggioranza serve a poco vista l’opposizione del Comune di Roma".

Oltre ad altri punti di frizione tra cui l'applicazione di nuovi criteri per valutare la qualità del servizio e da lì poter poi eventualmente sanzionare il gestore si è arrivati al punto più discusso l'aumento delle tariffe votato praticamente solo da Roma: "Inammissibile, infine, è l’aver deliberato in questa seduta l’aumento tariffario del 3,5% non considerando che non si conoscono le cifre esatte per i contenziosi in corso , ne se effettivamente tutti i comuni della Ato2 dovranno pagarle e soprattutto è inammissibile chiedere ai cittadini di pagare di più un servizio con molte pecche, soprattutto per ciò che concerne il nostro Comune, dove si registrano turnazioni anche in inverno, mancati allacci, acqua di scarsa qualità e ritardi nei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria".

"La vera beffa è l’aver visto votata tale importante delibera, senza possibilità di replica, soltanto da sette comuni su 122, due dei quali commissariati ed uno fuori dalla gestione Acea. La cosa ancora più deprimente è l’aver subito lo strapotere di Roma che è stata determinante pur essendo proprietari al 51 % della società che gestisce tale servizio", ha consluso l'assessore Andreozzi.

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