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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Centrali a biomassa di Velletri e Cancelliera: ecco perché il No inc è contrario

Il Comitato No Inc di Albano si oppone alla costruzione degli impianti di compostaggio e smaltimento degli olii esausti di Velletri e Cancelliera. Ne parliamo con Daniele Castri

Un impianto di compostaggio industriale a Velletri gestito dalla Volsca Ambiente e un impianto industriale privato di rigenerazione degli olii vegetali esausti a Cancelliera: sono questi due nuovi presidi di smaltimento dei rifiuti contro cui il Comitato No Inc di Albano sta portando avanti da alcune settimane un'opera di sensibilizzazione e di informazione per evitarne la realizzazione, oltre alla ormai nota battaglia contro la costruzione dell'inceneritore di Roncigliano, nei confronti del quale prosegue la battaglia legale a suon di esposti e querele alla Procura della Repubblica.

Daniele Castri, referente legale del Comitato No Inc, ha spiegato a Castellitoday così l'opposizione netta alla realizzazione di questi due impianti per diverse ragioni: " La scompattazione della Volsca  nella società Volsca Ambiente e Servizi ha prodotto come primo risultato  un incarico diretto alla  Saem srl Bruno Guidobaldi che è il progettista e direttore dei lavori del VII invaso della discarica di Roncigliano per la realizzazione dell'impianto a biogas per la produzione di energia elettrica che dovrebbe sorgere nella località Lazzario non lontano dal carcere di Velletri".

"L'opposizione a questo impianto nasce dal fatto che la centrale usufruisce dei certificati verdi e quindi la biomassa viene assimilata a fonti rinnovabili dalla legge e si avvale di prebende pubbliche, L'energia prodotta viene venduta sul mercato a un prezzo maggiorato e tramite un processo industriale viene indotta la produzione di biogas, che è un metano molto sporco che va depurato con particolari filtri. La domanda da porsi è cosa ci porto dentro l'impianto a biogas? - si domanda Castri - il progetto commissariato a Guidobaldi  prevede l'arrivo di oltre 30mila tonnellate di umido l'anno dai Castelli Romani, una quantità enorme se si pensa che Albano che è un comune abbastanza grande produce appena 8mila tonnellate di umido l'anno".

Una delle criticità principali è che Albano come gli altri paesi limitrofi e facenti capo alla Volsca (Velletri, Lariano, Anzio) producono ancora l'umido tramite trattamento meccanico dei rifiuti e come spiega Castri "questo umido è considerato dalla legge come fosso e quindi va smaltito come rifiuto speciale con costi quadrupli di smaltimento, non è umido certificato secondo le normative comunitarie derivante dal porta a porta." Per il comitato No inc il procedimento migliore da usare per la produzione di compost sarebbe quello naturale utilizzato già a livello di singola famiglia con il progetto "Compost ti amo" della Provincia di Roma, il compost a livello industriale si può fare, ma non con un processo a caldo che potrebbe anche essere molto remunerativo.

La contrarietà del Comitato No Inc non è solo per il sito di compostaggio industriale  veliterno che è funzionale alla chiusura del ciclo di raccolta differenziata nei Castelli Romani, ma anche la possibile realizzazione di un impianto industriale per la rigenerazione degli olii vegetali esausti in località Cancelliera di Albano.

"Gli olii vegetali dei contenitori di raccolta differenziata ad Albano vengono poi rigenerati con un processo industriale a freddo che è un sistema che condivido a pieno per tutti i tipi di olio non solo vegetale - dice Castri- Roncigliano e Cancelliera sono diventati dei quartieri simbolo sui tentativi di speculazione ambientali e speravamo che in sede di conferenza dei servizi venisse espresso dal Comune di Albano la contrarietà a un altro impianto industriale in quella zona anche se l'impianto è molto piccolo, ma è sempre una centrale elettrica. Politicamente e simbolicamente il Comune poteva dire no, non è sufficiente dire che  Cancelliera è zona industriale, per di più che in quella zona grava un vincolo archeologico". Il timore del Comitato No Inc è che nei piccoli impianti come quello di Albano si possa avere il rischio di un mercato nero degli olii motore mischiati a quelli vegetali.

 

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