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La riapertura della discarica di Roncigliano non s'ha da fare

Un repentino cambio di posizione in Regione Lazio rischia di portare alla riapertura della discarica di Roncigliano dopo la chiusura per incendio. Subito attivata l'amministrazione comunale: "Faremo ricorso al TAR"

La discarica di Roncigliano nel Comune di Albano, dopo 3 anni di chiusura, potrebbe riaprire per un repentino cambio di linea amministrativa a livello regionale. Nonostante la precedente comunicazione di appena un mese fa, in cui la Direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio affermasse come non fosse possibile ripristinare la funzionalità dell'impianto di trattamento dei rifiuti di Roncigliano per la mancanza delle necessarie autorizzazioni di carattere ambientale, lo scorso 31 ottobre è stata trasmessa all’Amministrazione Comunale di Albano la determina inerente le linee guida proprio per il ripristino del sito di smaltimento di rifiuti.

Immediatamente da parte dell'amministrazione comunale è stata fatta richiesta di accesso agli atti presso la Regione Lazio, al fine di valutare ogni possibile azione a contrasto di quanto previsto nella determinazione regionale.

"Faremo istanza alla Procura della Repubblica di Velletri per conoscere se l’area in questione sia stata dissequestrata dopo l’incendio del 30 giugno 2016 e informeremo dell’intera procedura il Prefetto di Roma, evidenziando le incongruità presenti negli atti della Direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti. Faremo anche richiesta per la bonifica del sito. Naturalmente, una volta esaminata tutta la documentazione raccolta e ravvisati gli estremi, presenteremo ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio", a comunicarlo è il sindaco di Albano Nicola Marini alla notizia di una possibile attivazione della discarica di Roncigliano.

Luca Andreassi (PD): "La riapertura della discarica contrasta con il Piano Rifiuti regionale"

"La Regione Lazio, incredibilmente, a distanza di tre mesi torna sui suoi passi. E, smentendo se stessa, proroga l'autorizzazione integrata ambientale per il ripristino dell'impianto di trattamento meccanico biologico andato a fuoco tre anni fa. L'unica cosa che non sono interessato a fare è investigare sulla confusione che regna all'interno degli uffici regionali. Certamente, però, sono interessato a capire la logica (normativa) che ha portato a questa decisione", lo scrive sul suo profilo Facebook,  Luca Andreassi delegato ai rifiuti del Comune di Albano.

"Davvero mi risulta impossibile capire la logica tecnica e politica. Non più tardi d'un paio di mesi fa, abbiamo condiviso la soddisfazione di un Piano dei Rifiuti che, finalmente, metteva al centro il recupero di materia. Un Piano che, finalmente, prevedeva il superamento degli impianti di trattamento meccanico e biologico. Già, perché questi impianti hanno problemi di sicurezza (quanti ne sono andati a fuoco negli ultimi anni?), non chiudono il ciclo (entra rifiuto ed esce rifiuto che finisce in discarica o all'incenerimento) e, soprattutto, sono inutili in un contesto in cui la raccolta differenziata funziona".

"E noi che facciamo? Andiamo ad autorizzare un impianto del genere al centro di un'area in cui la raccolta differenziata va a gonfie vele? Senza considerare che dal 1979 ad oggi il Comune di Albano ha dato, probabilmente a sufficienza, alla causa dei rifiuti della Regione Lazio. Non chiederemo ai nostri cittadini virtuosi ed impegnati che hanno raggiunto in pochi anni l'82% di differenziazione dei propri rifiuti di soccombere sotto i camion di rifiuti di altre città. Vanificando tutti gli sforzi fatti in questi anni", chiosa Andreassi.

I cittadini si riuniscono per dire No alla discarica

Il comitato No Inc (che per anni ha contrastato la costruzione dell'inceneritore nella zona della discarica) torna a riunirsi insieme ai residenti della zona di Roncigliano e Villaggio Ardeatino. In un'assemblea pubblica convocata nel pomeriggio di venerdì 8 novembre si affronterà la questione della possibile riapertura del sito di Albano.

" Mentre la discarica riapre, tutto il resto è fermo. La caratterizzazione del suolo e delle falde non è stata fatta. La bonifica del pozzo F1b, è ignota perfino alla Regione. La chiusura (capping) e bonifica dei vecchi invasi ci è ignota. L'ARPA da due anni non fa prelievi in falda, mentre i Villaggi continuano a restare senza fogne, senza acqua pubblica e con i pozzi compromessi da arsenico e fluoruri", si legge nel volantino di convocazione dell'assemblea pubblica.

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