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Delitto Vassallo, pista romana: c'è un legame con la sparatoria di Cecchina?

A rivelare un possibile filo rosso un articolo di ieri de Il Messaggero. Il padre della vigilessa, alto graduato dei carabinieri in pensione, si sarebbe visto negare un permesso dal sindaco pescatore

La sparatoria di Cecchina, avvenuta un mese fa ad Albano, che inizialmente sembrava un semplice regolamento di conti per il traffico di droga con il proseguio delle indagini apre scenari molto più ampi che travalicano i confini regionali e locali.

La notizia degli sviluppi dell'inchiesta è apparsa ieri sulle colonne del Messaggero e prospetta un collegamento con l'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, piccolo comune del Salernitano ucciso il 5 settembre 2010.

Gli inquirenti romani che indagano, infatti, sulla sparatoria di Cecchina potrebbero presto incontrare i colleghi salernitani che indagano sulla morte del sindaco.

Una delle tre persone arrestatate,  la vigilessa di Albano finita in manette, è figlia di un ex ufficiale dei carabinieri, originario del Cilento e come riportato dalle agenzie di stampa, quest'ultimo insieme a due imprenditori della zona salernitana  si sarebbe visto negare dal sindaco Vassallo un permesso per la realizzazione di uno stabilimento balneare ad Acciaroli.

La circostanza assume rilievo alla luce di ciò che dichiarò il fratello di Angelo Vassallo, Claudio, all'indomani del delitto: "Mio fratello - affermò - prima di essere ucciso mi disse che dei personaggi delle forze dell'ordine erano in combutta con personaggi poco raccomandabili".

Per verificare se sussista un possibile legame tra le due vicende, quindi, gli inquirenti romani ed i colleghi salernitani si vedranno prossimamente per fare il punto della situazione.

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