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Grottaferrata Grottaferrata / Piazzale dell'Abbazia di San Nilo

Terremoto a Roma: parla l'esperto di Bendandi

Un terremoto a Roma l'11 maggio 2011 predetto da Raffaele Bendandi? Ne abbiamo parlato con Marco Palomba, autore del libro "Il Bendandi. L'uomo che andava incontro ai terremoti"

Il salone dell’editoria di Grottaferrata nell’ambito della 411° fiera Nazionale ha ospitato tra i suoi eventi la presentazione del libro di Marco Palomba “Il Bendandi. L’uomo che andava incontro ai terremoti”, un testo di grande attualità visto il diffondersi sul web della profezia di un terremoto distruttivo che dovrebbe colpire la città di Roma nel maggio 2011, tra poche settimane, che il vociare popolare vuole esser stata predetta proprio da questo enigmatico personaggio quale è proprio Raffaele Bendandi.

In una chiacchierata con l’autore del libro, Marco Palomba, abbiamo capito qualcosa in più sulla figura del Bendandi, sulle sue profezie, i suoi studi e l’ipotetica previsione del terremoto sulla Capitale.

“Con tutta sincerità fino a sette mesi fa non sapevo chi fosse Raffaele Bendandi, non lo conoscevo – racconta Marco Palomba descrivendo la genesi del suo libro- poi conducendo un’inchiesta giornalistica  sul terremoto di Avezzano del 1915, un terremoto distruttivo che fece 30 mila vittime, mi sono imbattuto in alcuni articoli dell’epoca che dicevano che ‘il Bendandi lo aveva previsto’ e ho cercato di capire chi era e da lì è iniziata tutta una ricerca per cercare di capire chi fosse e trovare qualcuno che lo avesse conosciuto”.

“L’unica persona ancora vivente che ha avuto modo di conoscerlo – continua Marco Palomba- all’epoca era un bambino e ora un gestore di un’enoteca di Faenza che mi ha introdotto alla figura di colui che ancora viene chiamato ‘il Professore’. Mi sono appassionato a questo personaggio, ho voluto capire chi fosse non tanto da un punto di vista scientifico, ma umano”.

Sulla figura di Raffaele Bendandi Marco Palomba ha le idee chiare: “Mi sono fatto una mia convinzione e definirei Raffaele Bendandi come un genio, di umilissimi origini (era un falegname) e di scarsissima istruzione. Aveva appena la terza elementare, ma con grandissime capacità di dedicarsi allo studio e alla passione per la cosmologia.”

“Il punto debole di Bendandi è stato quello di non avere i titoli accademici per avvalorare le sue ricerche pur essendo andato molto avanti rispetto a colleghi illustri. Poi c’era l’aspetto del suo carattere: un tipo estremamente burbero, con scarse doti diplomatiche e con pochi contatti con l’esterno”.

Marco Palomba per testimoniare il carattere furastico del Bendandi racconta nel libro come egli avesse collegato la scossa elettrica al campanello di casa per non essere disturbato: “Un personaggio così non poteva imporre le sue teorie e decise di non raccontare a nessuno le sue teorie e i metodi di ricerca. Lui è morto studiando senza comunicare con l’esterno le tecniche delle sue previsioni”.

L’Idea di base delle previsioni bendandiane si focalizza, come illustrato dall’unico libro da lui redatto, sull’allineamento dei pianeti e della luna che trovandosi in “linea retta” eserciterebbero una particolare attrazione gravitazionale causa dei terremoti e attraverso complicatissimi calcoli algebrici egli riusciva a capire il dove e il quando dei terremoti: “Queste formule – spiega Marco Palomba – sono al vaglio dello studio dell’istituto che a Faenza porta il suo nome e di scienziati acclamati visto che lui non ne ha mai spiegato il meccanismo”.

Nell’istituto Raffaele Bendandi di Faenza ci sono milioni e milioni di appunti, la sua vita era una “una vita di carta”. Prendeva appunti su qualsiasi cosa, anche sugli scontrini fiscali su tutto quello che gli accadeva ed era un collezionista di articoli di giornali di tutto il mondo: “ Per studiare le sue carte bisogna rinchiudersi nell’istituto e in mezzo a milioni di carte trovare i solchi del suo passaggio e adesso stanno cercando di catalogare tutto il materiale. Basti pensare che dopo la sua morte qualcuno fece irruzione nella sua abitazione e rovesciò scaffali interi di materiale minuziosamente catalogato, molti documenti sono stati bruciati. Ora si sta cercando di mettere ordine in questa immensa memoria di vita di Raffaele Bendandi”

Sull’attuale leggenda popolare di un terremoto distruttivo sulla Capitale Marco Palomba smentisce in modo certo la presenza di qualsiasi previsione in tal senso: “Nella realtà lui non ha lasciato nulla di scritto che faccia pensare a un terremoto a Roma previsto per l’11 maggio 2011, lo dico con estrema chiarezza. Tra i milioni di appunti non c’è nessuna traccia su Roma”.

Marco Palomba, però, nonostante nessuna previsione sulla Capitale lascia un alone di mistero sugli studi di Bendandi riguardanti il 2011: “La cartella riguardante le previsioni sul 2011 è stata di suo pugno siglata e con la sua firma sopra veniva riportata la dicitura ‘Distruggere con il fuoco’. Quindi di sicuro qualcosa lui ha visto ed è pur vero che proprio l’11 maggio prossimo ci sarà un allineamento tra la luna e i pianeti particolare che potrebbe in qualche parte del mondo determinare un terremoto, ma che questo avvenga a Roma non c’è scritto da nessuna parte, lo possiamo dire per tranquillizzare tutti”.

“La leggenda del terremoto a Roma è nata sul web, io personalmente non ho trovato nulla se non dei documenti bruciacchiati che egli stesso voleva fossero distrutti e che qualcuno bruciò, come detto, introducendosi in casa sua dopo la sua morte nel 1979. Non andò bruciato tutto, qualcosa rimase come questo allineamento ‘pericoloso’ dei pianeti, ma da qui a prevedere un terremoto a Roma, non c’è ne proprio traccia”, ha concluso Marco Palomba
 

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