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Velletri: "Il mio Francesco ucciso da un abbraccio mortale"

Parla Pamela Leoni la fidanzata di Francesco Pennacchi, commercialista 32enne di Velletri, ucciso a seguito di una lite tra vicini di casa un mese fa. "Voglio raccontare la verità su Francesco, non ci sono giustificazioni per il suo omicidio"

A quasi un mese dall'omicidio di Francesco Maria Pennacchi, il commercialista trentaduenne di Velletri assassinato a seguito di una lite tra vicini, parla la sua fidanzata Pamela Leoni, che ha voluto inviare una lettera alla stampa, per ricordare il suo compagno e raccontare la verità sulla notte dell'omicidio per smentire i rumors locali che volevano di fatto "sminuire" l'accaduto. 

"Sono la fidanzata di Francesco Maria Pennacchi brutalmente assassinato davanti alla porta del suo ufficio - scrive Pamela - Lo conoscevo da tredici anni e ci tengo a precisare che pur avendo vissuto per soli 32 anni si è sempre dimostrato un uomo con valori  d’altri tempi, semplice e sensibile e profondo, colto e pieno di interessi. Con valori che questa società può solo sognare, sempre pronto ad aiutare gli altri, a sostenere la famiglia, a fare sacrifici per raggiungere obiettivi nello studio, nel mondo dell’arbitraggio, nel lavoro". 

"Svolgeva tre lavori, e lo faceva con passione e dedizione. Amava definirsi come l’ultimo dei romantici, e posso affermare con certezza che è davvero così. Unico, meraviglioso, bellissimo e bravissimo", così Pamela grida il suo amore per l'uomo che le hanno ucciso.

Pamela vuole fare chiarezza sui fatti di quella maledetta sera di fine novembre: "Vorrei che venissero raccontati i fatti così come si sono svolti. Si è scritto e sentito dire di party in ufficio, di svariate coltellate, di discussioni precedenti all’aggressione. Trattasi di meri tentativi di 'giustificare' o 'attenuare' l’atrocità che si  è consumata la notte tra il 26 ed il 27 Novembre a Velletri ai danni di un ragazzo tanto adorato amato e stimato". 

"Non ci sono state liti, non ci sono state minacce, non c’è stato neanche il tempo di potersi rendere conto di quanto stesse accadendo - tuona Pamela - L’assassino è uscito dalla propria abitazione con il coltello nascosto dietro ai pantaloni, lamentandosi dei rumori e dirigendosi verso la vittima che aveva appena chiuso il portone dell’ufficio". 

"Ha inflitto  una coltellata, ripeto UNA, definita 'abbraccio all’Albanese', trafiggendo il petto dalla parte destra verso l’interno, causando una ferita mortale.  Né Francesco né i due amici che lo avevano accompagnato in ufficio per prendere il PC, hanno avuto il tempo di rendersi conto di quanto stesse accadendo e potersi in qualche modo difendere".

"Francesco continua a vivere nei cuori di chi lo ha conosciuto o anche visto solo per pochi minuti. Aveva una forza una carica interiore e una vitalità uniche", si chiude così la lettera di Pamela.

Su Facebook è stata aperta una pagina "Giustizia per Francesco Maria Pennacchi" per ricordare Francesco e chiedere giustizia per la sua morte. 
 

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